L’Anpi ringrazia l’Amministrazione comunale per l’invito a partecipare all’inaugurazione del monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya.
Abbiamo presenziato alla manifestazione con forte spirito di solidarietà e profondo rispetto per le vittime della strage. Nel rinnovare la nostra condanna di ogni atto di terrorismo siamo altresì convinti che la guerra non può essere il rimedio al terrorismo. Rammentiamo il sacrificio di coloro che hanno perso la vita nella guerra di Liberazione da cui è nata la Costituzione Italiana, che nell’articolo 11 sancisce il ripudio della guerra.
Tutti noi abbiamo il dovere di rispettare e di far rispettare i dettati costituzionali, dunque anche l’articolo 11 che impegna il nostro paese e tutte le sue istituzioni ad operare per la pace e la giustizia nel mondo. Il richiamo al rispetto della Costituzione può avvenire anche con gesti semplici quali l’esporre la bandiera della pace durante una manifestazione pubblica.
L’8 giugno a Carate questa possibilità è stata negata con un abuso di potere. Una libera cittadina, vicepresidente dell’Anpi provinciale, ha subito il sequestro della bandiera della pace da parte delle Forze dell’Ordine. Avvicinata da 3 Carabinieri le è stato intimato di consegnare l’asta portabandiera per ragioni di sicurezza. Perquisita la borsa, viene sottratta la bandiera della pace. Motivo? “Non è autorizzata ad esporla”.
Un agente in borghese le ha imposto di stare in silenzio minacciandone l’allontanamento. Un autentico processo alle intenzioni.
Ci chiediamo: perché è stato permesso l’uso delle aste portabandiera per gli striscioni di Azione Giovani? Da quando una bandiera simbolo di pace è diventata strumento di provocazione e turbamento dell’ordine pubblico? Nonostante le numerose citazioni della parola pace nei discorsi ufficiali dell’8 giugno, con questo intervento, di fatto, la “pace” è stata sequestrata.
A.N.P.I. sezione Carate Brianza
Abbiamo presenziato alla manifestazione con forte spirito di solidarietà e profondo rispetto per le vittime della strage. Nel rinnovare la nostra condanna di ogni atto di terrorismo siamo altresì convinti che la guerra non può essere il rimedio al terrorismo. Rammentiamo il sacrificio di coloro che hanno perso la vita nella guerra di Liberazione da cui è nata la Costituzione Italiana, che nell’articolo 11 sancisce il ripudio della guerra.
Tutti noi abbiamo il dovere di rispettare e di far rispettare i dettati costituzionali, dunque anche l’articolo 11 che impegna il nostro paese e tutte le sue istituzioni ad operare per la pace e la giustizia nel mondo. Il richiamo al rispetto della Costituzione può avvenire anche con gesti semplici quali l’esporre la bandiera della pace durante una manifestazione pubblica.
L’8 giugno a Carate questa possibilità è stata negata con un abuso di potere. Una libera cittadina, vicepresidente dell’Anpi provinciale, ha subito il sequestro della bandiera della pace da parte delle Forze dell’Ordine. Avvicinata da 3 Carabinieri le è stato intimato di consegnare l’asta portabandiera per ragioni di sicurezza. Perquisita la borsa, viene sottratta la bandiera della pace. Motivo? “Non è autorizzata ad esporla”.
Un agente in borghese le ha imposto di stare in silenzio minacciandone l’allontanamento. Un autentico processo alle intenzioni.
Ci chiediamo: perché è stato permesso l’uso delle aste portabandiera per gli striscioni di Azione Giovani? Da quando una bandiera simbolo di pace è diventata strumento di provocazione e turbamento dell’ordine pubblico? Nonostante le numerose citazioni della parola pace nei discorsi ufficiali dell’8 giugno, con questo intervento, di fatto, la “pace” è stata sequestrata.
A.N.P.I. sezione Carate Brianza
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