Bella ciao! …scarpe rotte,
eppur bisogna andar...e pare ancora di vederla sulla sua bicicletta che gira per la città a tutte le ore del giorno e a dispetto di tutte le condizioni atmosferiche
Rachele Sala, nostra vicepresidente, ci ha lasciati giovedì 29 gennaio di mattina, davanti all’entrata della sua abitazione in piazza Gramsci, piazza dove è cresciuta e ha sempre vissuto in questi 88 anni. Era nata a Cinisello il 16 giugno del 1920.
Figlia di Maria Redaelli e di Riccardo Sala, sposato in seconde nozze, era sorellastra di Eugenio Tagliabue. Da ragazza studia fino al corso di avviamento al lavoro. Inizia a lavorare nella rivendita di pane di proprietà della famiglia (che in seguito diventerà negozio di frutta e verdura) in piazza Gramsci 6 (allora Vittorio Emanuele) all’angolo con via Roma. Successivamente andrà a lavorare come commessa in un negozio di Sesto San Giovanni.
Il fratello, operaio alla Breda di Sesto San Giovanni e membro della cellula comunista di fabbrica, è in stretto contatto con il gruppo clandestino del P.C.I. (Partito Comunista Italiano) di Cinisello Balsamo. La loro abitazione diventa così, anche prima del 25 luglio 1943, uno dei luoghi di riunione clandestina.
Dopo l’8 settembre 1943, alcuni nostri concittadini si recano in montagna per unirsi ai partigiani. Anche Eugenio Tagliabue, nome di battaglia Tom, è uno dei primi ad andare in montagna unendosi alla banda Cavallini e diviene successivamente comandante in Valsassina con la 55^ Brigata Garibaldi d’Assalto Rosselli.
Con il primo rastrellamento in Valsassina del giugno del ‘44, alcuni partigiani che erano in montagna tornano a Cinisello Balsamo; in quel periodo Rachele Sala inizia la sua attività come staffetta con il nome di battaglia “Lina”. Dal 10 giugno 1944 entra a far parte della 55^ BRIGATA GARIBALDI D'ASSALTO ROSSELLI. Opera in città occupandosi dei collegamenti tra le organizzazioni di fabbrica, soprattutto la Breda, il C.L.N. locale (Comitato di Liberazione Nazionale) e le Brigate di montagna, alle quali è necessario inviare soldi, cibo e vestiario. Inoltre le vengono presentati coloro che i responsabili dei C.L.N. giudicano idonei per combattere in montagna, affinché provveda a stabilire un contatto con i responsabili delle Brigate Garibaldi.
Il 25 ottobre 1944, il fratello Eugenio, tornato a Cinisello Balsamo per una brevissima visita alla moglie e alla figlia di nove mesi, sfugge fortuitamente all’arresto, ma i militi della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) arrestano al suo posto la moglie Teresa Scalfi e la sorella Rachele Sala. La moglie sarà subito rilasciata a seguito di un intervento del podestà Giuseppe Francaviglia.
Rachele viene portata al Comando della G.N.R. di Monza, poi alla Caserma delle Ausiliarie della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) di Oggiono, quindi alle caserme fasciste di Barzio, Introbio (dove rimane due giorni) e Brescia. Subisce pesanti interrogatori per costringerla a rivelare ciò che sa della rete clandestina locale e sestese, il suo silenzio consentirà all’intera organizzazione di continuare ad operare senza subire arresti o rastrellamenti.
Viene quindi rinchiusa nel carcere militare di Peschiera del Garda, controllato dalla Wehrmacht. Avrebbero dovuto deportarla nei lager ma, alla fine dell’ultimo inverno, i collegamenti ferroviari con la Germania diventano sempre più lenti e difficoltosi e questo le permette di rimanere in carcere fino alla liberazione. Di giorno esce per andare a lavorare nella ditta Maazer dove si producono mine anticarro. Tenta la fuga, ma viene ripresa. Quindi, ritenendola prigioniera pericolosa, non viene più fatta uscire dal carcere. Rilasciata il 25 aprile 1945, giunge a Cinisello Balsamo il giorno seguente.
Parteciperà alle attività resistenziali con la 119^ BRIGATA GARIBALDI SAP QUINTINO DI VONA fino alla smobilitazione - il primo maggio 1945.
Nel dopoguerra diventa protagonista dell’impegno politico e sociale per la ricostruzione democratica della nostra città, per la valorizzazione della lotta antifascista e per l’attuazione della Costituzione Repubblicana.
Svolge attività di prezioso volontariato civile nei confronti delle famiglie dei caduti, dispersi e deportati, contribuendo all’attività di assistenza delle cooperative - tra le quali la neonata Cooperativa del Partigiano che contribuisce a fondare - per la distribuzione di generi alimentari e di abbigliamento alle famiglie più povere, nonché per il sostegno, l’educazione e l’inserimento al lavoro dei ragazzi orfani di guerra o delle famiglie in forti difficoltà.
A gennaio del 1946 si tiene il primo congresso cittadino dell’A.N.P.I. e Rachele Sala è già tra gli iscritti che rappresentano la sezione al congresso provinciale.
Viene quindi inserita dalla prima Giunta Comunale dopo la Liberazione, come pubblico amministratore del primo Consiglio di Amministrazione dell’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) che svolge in quei mesi un ruolo essenziale verso gli strati sociali più poveri.
Rachele nell’E.C.A. rappresenta l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) che nasce a Cinisello Balsamo dall’esperienza dei Gruppi di Difesa della Donna già alla fine di giugno del 1945 e che, oltre ad attività di tipo assistenziale, promuove attività culturali ed educative a favore delle donne, cercando di dare impulso a una partecipazione più attiva delle donne alla vita politica e sociale.
Da allora si impegnerà nel campo dei servizi sociali, rivendicando una politica attiva da parte degli Enti Locali per la creazione di strutture essenziali. Si occuperà delle strutture ricreative e di protezione dell’infanzia, anche accompagnando i ragazzi alle colonie elioterapiche.
Assunta nel 1947 come operaia alla Pirelli, nel combattivo Reparto 64 (produzione di gomme), opera anche nell’attività sindacale della categoria dei chimici, nella commissione femminile della Camera del Lavoro, affinché si possa rendere concreta la possibilità di un miglioramento delle condizioni normative e salariali delle donne, con la conquista della parità della retribuzione.
Nonostante la sua puntualità e irreprensibilità nell’assolvimento delle mansioni all’interno della fabbrica, in seguito alla sua generosa attività sindacale e politica nelle file della C.G.I.L. e nella sezione del P.C.I. di fabbrica, nel 1951 Rachele, in uno dei periodi di più aspro conflitto sociale, subirà, come altri lavoratori politicizzati, il licenziamento “per rappresaglia sindacale e politica”.
Negli anni seguenti, come dipendente del Comune di Cinisello Balsamo, lavorerà instancabilmente fino alla pensione, prima nelle scuole e poi presso la Scuola Civica di Musica.
Da quel lontano 1943 fino a oggi, Rachele è sempre stata impegnata nelle battaglie politiche, militando nel Partito Comunista, aderendo alla nascita dei Democratici di Sinistra e successivamente del Partito Democratico. Attiva da sempre nell’A.N.P.I., di cui era vicepresidente, lascia a tutti noi un patrimonio di civiltà e un esempio di coerenza e vitalità.
Anche grazie a lei, alla sua instancabile opera, la Resistenza ha continuato a vivere e ad animare il tessuto civile e sociale della nostra città.
Fonti:
Archivio A.N.P.I. Cinisello Balsamo
Intervista video a Rachele Sala del 1995, a cura del Centro di Documentazione Storica del Comune di Cinisello Balsamo
Antifascismo e Resistenza a Cinisello Balsamo di Ezio Meroni
Cinisello Balsamo 1945/1961 - Dalla Liberazione alla nuova identità cittadina di Emilio Zucca
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