COMUNICATO STAMPA
durante la santa messa
il parroco ricorda il dittatore Benito Mussolini
e non i martiri per la libertà
L’Anpi - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – unitariamente all’Aned – Associazione Nazionale ex deportati –, di Catania, denunziano e stigmatizzano il grave ed allarmante accadimento verificatosi giorno 2 maggio, domenica, nella chiesa di S. Giuseppe a Riposto durante la celebrazione della Santa Messa delle ore 10.00.
Davanti ad una affollata platea di fedeli, particolarmente infoltita data l’occasione della festa del santo a cui la parrocchia è devota, il parroco durante lo svolgimento della funzione ha comunicato che la messa era dedicata al “fratello Benito” ( Mussolini).
Nei giorni precedenti erano stati affissi, in maniera abusiva ed anonima, dei manifestini che annunziavano l’avvenimento in occasione del 65° anniversario della morte del dittatore fascista.
Come Anpi, appresa la notizia, nella serata di giorno 1 maggio, abbiamo inviato una lettera alla Diocesi di Acireale, alla diretta conoscenza del Vescovo, richiedendo di intervenire sulla decisione assunta dal parroco.
Le coscienze civili, democratiche ed antifasciste dei cittadini tutti, compreso i presenti alla funzione, rimangono vivamente sorprese e turbate, nel costatare che durante la celebrazione della santa messa sia stata ricordata la memoria di colui che fu artefice di gravissimi danni materiali e morali per il popolo italiano. Tacendo, contemporaneamente, sui tanti italiani che subirono sevizie, incarcerazione e morte per riconquistare democrazia e libertà. Tacendo, sulle innumerevoli vittime delle atrocità e delle devastazioni determinate della seconda guerra mondiale proditoriamente scatenata dal dittatore fascista contro gli italiani e i popoli europei, sulle leggi razziali e sulle orrende persecuzioni operate contro gli oppositori democratici e gli ebrei.
Restando in silenzio, inoltre, sulla memoria dei tanti sacerdoti che durante la Lotta di Liberazione dal nazifascismo furono vittime delle persecuzioni dei fascisti comandati dal loro duce. In molti furono uccisi, dopo tremende torture, sacrificando la propria vita per contribuire a sconfiggere i fascisti e loro ferocia ideologica e materiale contro gli esseri umani.
Durante la messa, all’esterno della chiesa, alcuni fascisti e rappresentanti della destra locale hanno distribuito una sorta di “giornaletto” di otto pagine, inneggiante al fascismo e a Benito Mussolini.
Contemporaneamente, parecchi cittadini hanno manifestato civilmente e democraticamente, evidenziando che la nostra repubblica si fonda sui valori democratici ed antifascisti sanciti dalla Costituzione, e sul sangue dei martiri che immolarono la vita per costruire le nostre libertà represse e vilipese dal dittatore e dai fascisti.
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