Anniversario della Liberazione a Cinisello Balsamo 1946, 1951

Anniversario della Liberazione a Cinisello Balsamo 1946, 1951 ">

domenica 27 novembre 2011

1 dicembre 2011, Cinisello Balsamo, iniziativa organizzata dal Comune di Cinisello Balsamo



COMUNICATO STAMPA


Vita culturale a Cinisello Balsamo è il titolo di una ricerca promossa dall’Università della Terza Età con il contributo del Comune di Cinisello Balsamo; una ricostruzione  dell’evoluzione storica della vita culturale in città.
“La straordinaria valenza sociale di questa storia nella costruzione dell’identità collettiva della nostra città – afferma Luciano Fasano, assessore alle Politiche Culturali – la ricordava anche il compianto Ottorino Monza (ex presidente U.T.E.) quando sosteneva che a Cinisello Balsamo la cultura vuol dire anzitutto democrazia e integrazione. Un’affermazione che sottolinea il pluralismo della vita associativa cittadina ma anche un elemento imprescindibile della nostra comunità: la socialità. Una socialità che, oltre ad unire gruppi di persone fra loro anche diverse, rendendole un tutt’uno, si sedimenta come patrimonio specifico della comunità grazie alla presenza di importanti soggetti collettivi. Una fitta trama di fili che per poter essere tessuta richiede preliminarmente l’esistenza di tessitori. E questi tessitori, a Cinisello Balsamo, ci sono stati e continuano ad esserci: movimento cooperativo, associazioni, sindacato, rete parrocchiale, mondo del volontariato cattolico e laico e così via”.
Questo libro, che esce dopo i primi due che proponevano una ricerca sull’immigrazione, curato come i precedenti da Gabriella Milanese e da un gruppo di corsisti, costituisce un’importante occasione per conoscere meglio la ricchezza del contesto socio-culturale della città.

Ma la socialità è fatta, oltre che da soggetti collettivi, altresì dalla narrazione di singoli cittadini che intendono mettere in comune la propria storia e memoria anche attraverso l’espressione artistica e culturale. Testimone d’eccezione, che ben si inserisce in questo contesto, è Silvia Battisti - di Sovramonte (Bl) ma cinisellese di adozione - pittrice affermata che propone diciotto quadri ispirati alla corrispondenza del padre Egidio Battisti dal fronte di guerra balcanico nel periodo 1942-1943. Grazie a questa rilettura, all’attenta ricerca di materiali informativi, a una serie di combine painting, la Battisti ci offre uno strumento in chiave artistica per parlare dell’orrore della guerra.
“I vetri rotti che coprono immagini e lettere sono legati da fili di metallo perché niente venga dimenticato – dice Silvia Battisti – con la trascrizione di alcune frasi ho dato valore a parole, gesti, cose semplici, ho tracciato segni e macchie come quando bambina scarabocchiavo le sue lettere. L’emozione è stata forte, ma ho voluto lasciare una traccia per sollecitare a non dimenticare”.
La memoria del caduto Egidio Battisti, che è la memoria di tutti i caduti di guerra, anche dei tanti nostri concittadini che hanno perso la vita nei conflitti del Novecento, è raccontata nella mostra Lettere dal fronte.

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