È in corso da alcuni mesi un dibattito intorno a
diversi progetti di riforma della Costituzione. Le parti principali riguardano
la riduzione del numero dei parlamentari, il diverso peso da riservare ai due
rami del Parlamento, la forma di governo e i poteri del premier, oltre che una
modifica del nostro sistema politico verso uno di tipo semipresidenzialista.
Per rendere più celere la revisione della Costituzione, il Governo ha varato un
disegno di Legge in deroga a quanto
stabilito dall’art. 138 di essa, un articolo cardine, che disciplina la
revisione della Carta con procedure di garanzia. Tutto ciò rende questo
tentativo di riforma anomalo e pericoloso, perchè, con la modifica dell'art. 138,
si ridurrebbero i tempi di approvazione tra una Camera e l'altra, annullando le
possibilità di ogni eventuale dissenso e opposizione ai progetti di riforma,
per di più in una legislatura che vede un Parlamento eletto con una legge
elettorale dichiarata incostituzionale e con una maggioranza di governo non
conforme al risultato delle elezioni. In queste settimane molte sono state le
iniziative per sensibilizzare i cittadini intorno a questi temi e chiedere che
la Costituzione non venga stravolta, riducendone gli elementi di garanzia. Già
l’esito del referendum del 2006 infatti, ha sancito il rifiuto di riforme
costituzionali approvate a colpi di maggioranza e ha perciò rivolto alle
istituzioni un’urgente richiesta: che si ristabilisca il principio della
supremazia della Costituzione, definita da Piero Calamandrei, presbite, cioè
capace di vedere lontano. “E’ vero che nella nostra Costituzione è previsto uno
speciale procedimento per rivederla; ma è anche vero che, nello spirito
dell’Assemblea Costituente questo procedimento, particolarmente lento e
solenne, è stato dettato non per invogliare i posteri alle revisioni
costituzionali. […] Ci sembra di poter indicare in questi ultimi tempi manifestazioni tipiche, dalle quali si
potrebbe dedurre che gli organi responsabili abbiano perduto il senso del limite
che separa il lecito costituzionale da quel delitto costituzionale che
l’articolo 138 chiama “attentato alla Costituzione”. [...] Se nella
Costituzione italiana si volesse cambiare alcuno di questi elementi
identificatori, o abolire l’articolo che sbarra la porta a questi cambiamenti,
la Costituzione perderebbe la sua identità. Questo non sarebbe un cambiamento
giuridico: questo vorrebbe dire far crollare tutta la Costituzione e
ricominciare da capo: tornare dal piano della legalità al piano della forza”.
L’ANPI di Cinisello Balsamo invita i cittadini ad
esprimersi dalle pagine de’ La Città, su Facebook, via mail, per una
riflessione e un confronto sul valore della nostra Costituzione ed invita a
partecipare alle iniziative che verranno promosse nelle prossime settimane.
Direttivo ANPI Cinisello
Balsamo
anpicinisello@libero.it
Facebook ANPI Cinisello Balsamo
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