Falcone e Borsellino
Per quale Repubblica?
Non per questa
Per quale Repubblica?
Non per questa
Per quale Repubblica Falcone e Borsellino hanno sacrificato vita, affetti, figli, futuro?
In questi giorni di commemorazioni di chi, per la Repubblica, ha sacrificato tutto, la lontananza dell’esempio di Falcone e Borsellino dalla Repubblica reale emerge con drammatica evidenza.
Il loro Olocausto non è stato per la Repubblica che abbiamo sotto gli occhi.
Anche noi, come hanno recentemente dichiarato i magistrati di Palermo, abbiamo un compito, non scelto volentieri, ma necessario: RESISTENZA COSTITUZIONALE.
Mai, neppure nei momenti peggiori degli ultimi venti anni, abbiamo visto la Costituzione così violata e offesa e, con lei, chi, per difenderla, ha sacrificato la vita, come Falcone e Borsellino, ricordati con retorica nelle orazioni ufficiali, ma non onorati nelle politiche quotidiane, nel rispetto della legalità e della Costituzione.
Dei tre poteri sanciti dalla Costituzione del 1948, l’Esecutivo, il Governo, attacca con parole inaudite l’Ordine Giudiziario(“CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA CLOACA” ), che ha autonomia nell’interpretare ed applicare la legge, dice la Costituzione, ma che l’Esecutivo offende come si fa con un subordinato infedele. Anche i sovrani assoluti, un tempo, avevano maggiore attenzione all’uso delle parole.
L’Esecutivo intende promulgare, inoltre, leggi che si allontanano dai principi costituzionali, come i vari tentativi di rendere non obbligatoria l’azione penale; e la legge sull’immunità, già approvata alla Camera, lo sarà oggi al Senato. Si torna ad una concezione arcaica ed arbitraria della legge, che separa i potenti dai subordinati, e li circonda di privilegio e disuguaglianza.
L’altro ordine, il Legislativo, risulta, in questi giorni, mortificato da una maggioranza che detta legge, che svilisce il ruolo di confronto del Parlamento, che i Costituenti concepirono come palestra civile di confronto e di alta competizione fra idee, che viene così ridotto a semplice cassa di risonanza di una maggioranza resa sovrabbondante da una legge elettorale liberticida, anch’essa fuori dalla Costituzione.
Maurizio Viroli, due anni fa, in un dibattito, a Ravenna, propose che tutti, cittadine/i, parlamentari, governanti, rileggessero i dibattiti della Costituente, per toccare con mano l’altezza morale e intellettuale di chi, allora, abitava le aule parlamentari.
E ‘ PROPOSTA CHE CONDIVIDIAMO E CHE VORREMMO RILANCIARE ALLA NOSTRA COMUNITA’, NAZIONALE E LOCALE.
Dovremo di nuovo sentire un Presidente del Consiglio che parla con disprezzo dell’ “aula sorda e grigia”? Che ritiene sia perdita di tempo la discussione parlamentare, e che l’unico potere che conta è l’investitura che il capo riceve direttamente dal popolo? Che auspica un rafforzamento dei propri poteri? Ancora di più?
Un’altra circostanza ci preoccupa, MOLTISSIMO. Vediamo un Parlamento indebolito nelle sue prerogative perché fatichiamo a “sentire” la voce della opposizione. E senza una opposizione che faccia sentire con forza le proprie ragioni, DIVERSE da quelle della maggioranza, soprattutto nella difesa della COSTITUZIONE, LA DEMOCRAZIA DIVENTA PURO NOME.
E’ NECESSARIA una opposizione forte e determinata, più attenta alle ragioni della RESISTENZA COSTITUZIONALE che è COSCIENZA presente e diffusa in tutto il territorio nazionale. E non è una resistenza conservatrice, a meno che “conservare” non significhi l’intransigente difesa delle funzioni dei TRE POTERI e DEI LORO EQUILIBRI, oltre che dell’indispensabile ruolo del Presidente della Repubblica, a cui la Costituzione affida anche il compito di SOSPENDERE ITER LEGISLATIVI CON RICHIESTA DI CHIARIMENTI.
Abbiamo fiducia nel presidente Giorgio Napolitano, uomo che in più di una occasione, nella storia della Repubblica, ha avuto coraggio e lungimiranza. Sta svolgendo la sua funzione in condizioni di estrema difficoltà. MA SAPRA’ DIFENDERE LA COSTITUZIONE, QUESTA COSTITUZIONE, SENZA LA QUALE LA SOVRANITA’ DEL POPOLO SAREBBE RICACCIATA INDIETRO NEL TEMPO, O GETTATA IN UN FUTURO OSCURO.
Alle forze politiche di opposizione, in Parlamento e nella società, chiediamo parole chiare e azioni politiche conseguenti.
COMITATO IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE - Ravenna
COMITATO PER LA LEGALITA’ E LA DEMOCRAZIA - Ravenna
Martedì, 22 luglio 2008
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