Anniversario della Liberazione a Cinisello Balsamo 1946, 1951

Anniversario della Liberazione a Cinisello Balsamo 1946, 1951 ">

martedì 9 settembre 2008

Comunicato stampa dell'A.N.P.I. Nazionale sulle dichiarazioni del ministro Ignazio La Russa - 8 settembre 2008



Da A.N.E.D. Milano - Presidente Dario Venegoni

Altro che Fiuggi...
A Porta San Paolo, alla manifestazione che celebra ogni anno gli eroi che cercarono diopporsi alla presa di Roma da parte dell'esercito nazista il ministro della Difesa italiano (sic) Ignazio La Russa ha esaltato i soldati della Rsi, che "soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia".
Allibito il Presidente della Repubblica Napolitano, che ha immediatamente preso le distanze da una simile provocazione.
Ve lo vedete il ministro della difesa tedesco che difende le SS perche' "soggettivamente, dal loro punto divista, combatterono credendo nella difesa della Patria"??
E se per una volta ci facessimo sentire??


Da A.N.E.D. Firenze

Spett.le redazione Ufficio Stampa
Egregio sig. Ignazio La Russa Ministro della Difesa,
l’Associazione Nazionale Ex Deportati esprime il suo più totale sdegno nei confronti delle sue oltraggiose dichiarazioni espresse durante le celebrazioni del 65esimo anniversario della battaglia di Porta San Paolo.
Le ricordiamo sig. Ministro, che i militari della RSI si sono macchiati dei peggiori crimini contro la popolazione civile, quali stragi, torture e deportazione verso i lager nazisti di migliaia di uomini, donne e bambini che avevano come unica colpa quella di essere antifascisti e/o ebrei. Lei parla di militari che in buona fede hanno difeso la loro patria …… quale patria??? Non certo la nostra, i militari che hanno aderito alla Repubblica Sociale di Salò con questa loro scelta hanno deciso di schierarsi dalla parte dell’occupatore nazista contro la popolazione occupata e cioè contro gli italiani stessi, hanno deciso di condividere con i nazisti l’antisemitismo e le teorie della razza superiore ariana che in Europa hanno determinato lo sterminio di circa 13.000.000 di esseri umani.
Le sue parole di ieri, ci hanno profondamente ferito in quanto Lei come Ministro della Repubblica Italiana rappresenta tutti gli italiani e non soltanto una parte politica e noi Le diciamo che la nostra Associazione non si sente in alcun modo di condividere i suoi pensieri, espressi inoltre nella data dell’8 settembre giorno in cui 65 anni fa centinaia di migliaia di soldati italiani scelsero di non aderire alla RSI e per questa scelta circa seicentomila di loro furono deportati nei lager nazisti. Egregio sig. Ministro non possiamo parlare di costruire una storia condivisa se non si condanna una volta per tutte il fascismo quale male assoluto per la storia del nostro Paese, purtroppo in seguito alle Sue dichiarazioni, dobbiamo prendere atto che Lei non è ancora pronto nell’affrontare questo delicato passaggio.
Cordiali saluti


Da Coordinameno A.N.P.I. zona 6 - Sezioni: Barona – Giambellino – Lorenteggio – Porta Genova

Tutto normale, l’offensiva alla memoria continua, avanti c’è posto, a quando il prossimo sproloquio?
Da anni siamo completamente in balia dei neo fascisti che un colpo al passato e un colpo al futuro, “vedi a Milano la riapertura di cuore nero”, con sistematica strategia negano la verità storica, si continua in tutti i modi possibili a confondere, intorpidire.
Un ministro della Repubblica, e il sindaco della capitale con perfetto tempismo all’avvicinarsi di una data simbolo della nostra memoria, ci raccontano la loro verità di fascisti, e per l’ennesima volta dimostrano il loro tetro pensiero, il loro scarso bagaglio storico e culturale, la loro inguaribile protervia e sconcertante disinvoltura a riabilitare “mali assoluti”.
Siamo costernati, allibiti, chiediamo le dimissioni di un Ministro e di un Sindaco (fascisti) non ci sentiamo di essere rappresentati da simili individui. Ancora più forti e determinati ci stringiamo nuovamente intorno ai nostri valori, continueremo a difendere l’antifascismo, la resistenza , la costituzione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I ragazzi di Salò, i picciotti della Mafia


Le polemiche di questi ultimi giorni possono alle nostre latidutini indurre ad altre riflessioni.
Il sindaco della Capitale e il ministro dell'interno hanno parlato dei ragazzi di Salò, che, in buona fede, si sono trovati dalla parte sbagliata ma hanno combattuto con coraggio e vanno ricordati.
Quasi a dire che chi era dalla parte giusta, chi ci ha concesso la possibilità di un paese liberato con solo dagli anglo-americani, si è trovato dalla quella parte quasi per caso.
Qualcuno ha detto che in fin dei conti avevano 16-20 anni erano stati figli della lupa, balilla, erano cresciuti in quel brodo culturale e che quindi è stato quasi inevitabile che si trovassero da quella parte. E poi hanno combattuto con fierezza, con orgoglio...

Se nasci in Sicilia, in uno dei tanti quartieri degradati. Se da bambino giochi a pallone per strada e vedi le prime sciarre (risse), pugni, qualche coltello.
Se da ragazzo stai in piazza e ti chiama il boss del quartiere e per "fargli un favore" "per consegnare questo pacchetto", ti da 50/100 euro.
Se ha 15/20 anni sei braccato perchè drogato e hai bisogno di soldi, perchè non c'è lavoro e allora bisogna darsi da fare.
Se hai visto i tuoi amici entrare e uscire di galera e non essere banditi dal consesso sociale anzi, se quel tuo compagno di classe è morto per overdose.
Allora anche tu sei stato figlio della lupa, balilla, bravu picciotto. Anche tu sei cresciuto in quel brodo culturale. E quando scorazzi con la moto, magari con un "ferro" in tasca, o elabori un percorso per evitare un posto di blocco, ti muovi con fierezza, con orgoglio. E quanto sono fieri ed orgogliosi gli estortori, i killer. Rischiano la vita. Si sentono vivi, forti.

Scegliere da che parte stare, è una scelta. I condizionamenti ambientali non possono diventarne una giustificazione.
Non ci possono essere confusioni. Neanche a tanti anni di distanza. Da bambini Falcone e Borsellino giocano nel campo del loro quartiere con i futuri mafiosi, ci sono i casi della vita, non siamo tutti eroi, ma non ci possono essere confusioni.